Digital Sustainability Day, sindaci delle città
metropolitane a confronto su sostenibilità digitale, PNRR e Agenda 2030 Si è tenuto ieri,
presso l’Università Sapienza di Roma, il Digital Sustainability Day, l’evento
annuale della Fondazione e principale incontro dedicato a guardare a tendenze,
fatti e prospettive della sostenibilità digitale in Italia. Con l’occasione, è
stato presentato il DiSI City, l’indice sviluppato dalla Fondazione con
l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” per misurare la sostenibilità digitale
delle 14 città metropolitane italiane. Sono intervenuti, oltre al Vice-Presidente
di Confindustria (entrata di recente nella Fondazione) Agostino Santoni e
all’ex ministro Enrico Giovannini Presidente di ASviS, rappresentati delle città metropolitane oggetto
dell’analisi: il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’assessore all’innovazione
di Bologna Massimo Bugani, il vice sindaco di Bari Eugenio di Sciascio, il
commissario straordinario al Comune di Catania Piero Mattei, l’assessore
al Comune di Roma alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli oltre
al Presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” Paolo De Nardis e
alcuni dei membri del Comitato d’indirizzo della Fondazione. La classifica generale
delle città metropolitane che emerge dal DiSITM City ha messo in
luce come la mancanza di infrastrutture digitali e di cultura faccia aumentare
il divario nord/sud del Paese e contribuisca ad allontanare gli obiettivi di
sostenibilità del PNRR e di Agenda 2030. Le città più sostenibili: prima Bologna, seguita da Roma Capitale e
Venezia. Napoli e Reggio Calabria fanalino di coda La classifica: 1. Bologna 2. Roma 3. Venezia 4. Catania 5. Firenze 6. Bari 7. Messina 8. Cagliari 9. Torino 10. Milano 11. Genova 12. Palermo 13. Napoli 14. Reggio Calabria Le città metropolitane più
infrastrutturate come Milano o Torino sono posizionate nella parte bassa della
classifica, e questo avviene laddove le infrastrutture tecnologiche vengono
vissute dai cittadini come una «commodity» ed il loro ruolo come abilitatori di
sostenibilità non è percepito “Comprendere le
ragioni per le quali i cittadini utilizzano strumenti e servizi pensati per
supportare obiettivi di sostenibilità è fondamentale, in quanto consente di
agire di conseguenza sulle politiche pubbliche” è ciò che ha affermato durante il suo
intervento Stefano Epifani, Presidente della
Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Se, al contrario, si analizzano i dati in relazione alla disponibilità
di infrastrutture nelle differenti aree del paese e all’uso consapevole della
tecnologia in un’ottica di sostenibilità (figura sotto), la popolazione
digitale delle città metropolitane più svantaggiate infrastrutturalmente
risulta essere anche quella più attenta alla sostenibilità. Ne sono un esempio
Catania, così come Bari, Messina, Cagliari, Napoli. Qui, alle competenze
digitali devono necessariamente affiancarsi comportamenti sostenibili nonché la
consapevolezza di ciò che è sostenibile e di ciò che non lo è. Serve quindi un
importante Piano Nazionale di Formazione al Digitale. Il convegno è stato anche l’occasione
per approfondire la prima prassi di riferimento UNI sulla sostenibilità
digitale e annunciare il DiSITM Corporate di prossimo lancio. Ne ha parlato il Presidente di UNINFO,
Mimmo Squillace, che ha introdotto la nuova prassi
di riferimento UNI per la sostenibilità digitale,
fortemente voluta dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale e sviluppata
grazie al deciso input di realtà associate come Enel, ACI Informatica,
Bludigit-Italgas e Cisco Italia, con l’attivo supporto di altre come MM Spa. La
prassi suggerisce un percorso che segue le fasi del ciclo di vita di un
progetto, per verificare quanto un’organizzazione e un progetto aderiscano, in
modo concreto ai princìpi che ispirano gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Si tratta di un percorso di autovalutazione basato su una serie di 58
indicatori di performance (KPI) che legano il ruolo sistemico del digitale alla
sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per richiedere informazioni di
approfondimento sulla ricerca DiSITM City, vi preghiamo inviare una
mail all’indirizzo laura@primapagina.it L’elenco dei Partner e delle Università
che attualmente fanno parte della Fondazione può essere consultato al seguente link Per ulteriori informazioni o approfondimenti, visitare
il sito: www.sostenibilitadigitale.it Digital Sustainability
IndexTM (DiSI): Il DiSITM, nei suoi risultati
di sintesi e nell’analisi dei componenti di dettaglio, è uno strumento utile
alle Amministrazioni ed alle organizzazioni per comprendere su quali leve agire
per supportare i cittadini nel percorso di comprensione del ruolo della
sostenibilità digitale e dei suoi vantaggi. Esso consente infatti di capire se
si debba agire sulla consapevolezza digitale e sulla leva della conoscenza
delle tecnologie, se si debba invece operare per promuovere i principi
culturali della sostenibilità o stimolare comportamenti sostenibili, oppure se
sia necessario far capire meglio come e perché utilizzare la tecnologia
specificatamente come leva per lo sviluppo sostenibile. Digital Sustainability IndexTM (DiSI)
è un indice che misura il livello di consapevolezza dell’utente nell’uso delle
tecnologie digitali quali strumenti di sostenibilità. Serve cioè per misurare
le correlazioni tra tre elementi dell’individuo: il livello di
digitalizzazione, inteso come rapporto tra la propria competenza percepita e
quella desumibile da fattori oggettivi; il livello di sostenibilità, inteso
come il rapporto tra consapevolezza sul tema nelle sue dimensioni ambientale,
economica e sociale ed i conseguenti atteggiamenti e comportamenti; il livello
di sostenibilità digitale, inteso come la propensione dell’individuo ad
utilizzare consapevolmente le tecnologie digitali come strumenti a supporto
della sostenibilità. Nella costruzione dell’indice si sono
considerati quattro profili di popolazione caratterizzati da specifiche
attitudini verso il digitale e verso la sostenibilità, che danno luogo a
quattro quadranti: ·
Sostenibili digitali: ossia coloro i quali hanno atteggiamento e
comportamenti orientati alla sostenibilità ed usano gli strumenti digitali; ·
Sostenibili analogici: ossia coloro i quali hanno atteggiamento e
comportamenti orientati alla sostenibilità ma non usano gli strumenti digitali; ·
Insostenibili digitali: ossia coloro i quali hanno atteggiamento e
comportamenti non orientati alla sostenibilità, ma usano strumento digitali; ·
Insostenibili analogici: ossia coloro i quali hanno atteggiamento e
comportamenti non orientati alla sostenibilità, né usano strumento digitali. Digital Sustainability IndexTM (DiSI) è un marchio registrato della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.
Informazioni su
Fondazione per la Sostenibilità Digitale: La Fondazione per la Sostenibilità Digitale
è la prima Fondazione di Ricerca in Italia che analizza le correlazioni tra
trasformazione digitale e sostenibilità con l’obiettivo di supportare
istituzioni e imprese nella costruzione di un futuro migliore. La sua mission è
quella di studiare le dinamiche indotte dalla trasformazione digitale, con
particolare riferimento agli impatti sulla sostenibilità ambientale, culturale,
sociale ed economica. In quest’ottica la Fondazione sviluppa attività di
ricerca, fornisce letture ed interpretazioni della trasformazione digitale,
offre indicazioni operative per gli attori coinvolti, intercetta i trend del
cambiamento e ne analizza gli impatti rispetto allo sviluppo sostenibile. La
Fondazione agisce attraverso una struttura costituita da esperti indipendenti,
istituzioni, imprese e università. Ai soci e partner della Fondazione si
affianca la Rete delle Università che costituisce il sistema di competenze al
quale fa riferimento la Fondazione per lo sviluppo dei suoi progetti e che
rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni ed aziende
nello sviluppo di progetti e di attività dedicati alla sostenibilità digitale.
Tra le Università che fanno parte della Rete, l’Università Sapienza di Roma,
l’Università di Pavia, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università degli
Studi di Cagliari, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli
Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Trieste, l’Università di Perugia,
l’Università di Siena, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, l’Università
degli Studi di Torino, l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, l’Università
degli Studi di Sassari. Contatti per la stampa: Prima Pagina
Comunicazione Vilma Bosticco: vilma@primapagina.it Laura Castellazzi: laura@primapagina.it Cell: 3355838694 |