SPEI SATELLES: UN MESSAGGIO DI SPERANZA A
TUTTA L’UMANITA’ Il 10 giugno
2023 dalla base di lancio di Vandemberg in California, a bordo di un razzo, inizia
il progetto “Spei Satelles”: un CubeSat costruito dal Politecnico di Torino ed
operato dall’Agenzia Spaziale Italiana, che entrerà in orbita per portare un
messaggio di speranza e pace custodito in un nanobook realizzato dal Consiglio
Nazionale delle Ricerche. L’iniziativa, promossa dal Dicastero della
Comunicazione della Santa Sede, si ricollega al messaggio del Papa il 27 di
marzo del 2020 con la Statio Orbis in Piazza S. Pietro. Quella preghiera è
divenuta una icona di speranza che continua il suo viaggio e che continua a chiamare
all’azione gli abitanti del pianeta. Per significare questo impegno comune,
camminando insieme al Papa, chi lo desidera potrà partecipare al viaggio di
“Spei Satelles” e farsi portatore di speranza e pace iscrivendo il proprio nome
sul sito www.speisatelles.org. Mercoledì 29 maggio al termine dell’Udienza
Generale il Santo Padre benedirà il satellite e il nanobook prima del suo
trasferimento per le ultime verifiche tecniche prima del lancio. In
piena pandemia, il 27 di marzo del 2020 Papa Francesco, da solo, sotto la
pioggia, nel buio di quella sera, sale in piazza San Pietro per pregare con e
per tutta l’umanità flagellata dal Covid, poi, entrando nel Tempio,
prega e benedice tutto il Popolo di Dio, ovunque disperso, ma radunato nella
speranza ed in preghiera col cuore in quella piazza. È la Statio Orbis. A
partire da quel giorno sono nate - per iniziativa del Dicastero per la
Comunicazione, guidato dal Prefetto Paolo Ruffini e dal Segretario mons. Lucio
Adrian Ruiz - diverse iniziative affinché questo evento non venisse
dimenticato. Nel 2021 la pubblicazione del libro “Perché avete paura? non avete ancora fede”, ha racchiuso le parole
e le immagini più importanti di quell’evento, significando la tenerezza e la
benedizione che il Santo Padre aveva voluto far arrivare a tutta l’umanità in
un momento di difficoltà esistenziale. Poi -
nel 2022 - il libro, in una edizione “mini” (10 x 8 cm) è stato depositato allo
Svalbard Seed Volt nell'isola norvegese di Spitsbergen, inscritto come
“seme di speranza”. E questo evento ha, a sua volta, segnato l’inizio di un
progetto più grande, portato avanti con l’Instituto para el Diálogo Global y la
Cultura del Encuentro – IDGCE, che ha come obiettivo istituire il 27 di marzo
come Giornata Mondiale della Speranza. Nel terzo anniversario della Statio Orbis
e nel decimo anniversario del Pontificato, il Dicastero per la Comunicazione,
ha lavorato con soggetti tra loro molto diversi per lanciare, insieme, un
rinnovato segno di speranza; a partire da quel primo seme. E’ nato così un
progetto, coordinato dal Segretario del Dicastero, Monsignor Lucio Adrian Ruiz,
che ha coinvolto, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia
Spaziale Italiana (ASI), Il Politecnico di Torino, l’Instituto para el Diálogo
Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, l’Istituto Universitario Salesiano
Venezia - IUSVE e l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino: la missione
spaziale “Spei Satelles”. Il libro del Papa, “Perché avete paura? non avete
ancora fede”, che porta il
messaggio della Statio Orbis, è diventato, grazie al Consiglio Nazionale
delle Ricerche ed in particolare all'attività dell'Istituto di fotonica e
nanotecnologie coordinata dal dott. Andrea Notargiacomo, un “nanobook” (una lastra
di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il libro ad alta miniaturizzazione
per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione. Per mettere in orbita, come segno e profezia di
speranza, questo micro-manufatto, l’Agenzia Spaziale Italiana ed il Politecnico
di Torino hanno lavorato poi in stretta sinergia. I giovani dell’Ateneo torinese, guidati dalla prof.
sa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito a tempo di record un CubeSat
3U SpeiSat che potesse ospitare e custodire il nanobook. L’Agenzia Spaziale
Italiana guidata dall’ing. Giorgio Saccoccia ha reso possibile il suo lancio e
la messa in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit-LEO) ad un’altitudine di
circa 525 Km. Il lancio è previso per il 10 di giugno del 2023 dalla
base di Vandenberg (VSFB) in California, USA. Il CubeSat viaggerà a bordo di un
razzo Falcon 9, il vettore in due stadi parzialmente riutilizzabile di SpaceX e
sarà ospitato sulla piattaforma ION SCV-011ION, il carrier satellitare
sviluppato, realizzato e gestito dall’azienda italiana D-Orbit, che effettua
servizi di lancio e rilascio in orbita. Il satellite è anche dotato, oltre che
della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche
di un trasmettitore radio. Per il tempo
di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà
quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi
desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I
messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo. La missione è stata pensata anche per attivare
coloro che si lasceranno coinvolgere. Attraverso il sito www.speisatelles.org
non solo è possibile seguire l’evolvere della missione, ma anche iscrivere il
proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Per
ottenere un virtuale boarding pass verrà chiesto di impegnarsi a fare un’opera
di misericordia in favore della pace e la speranza. Ciascuno così può diventare
seme di speranza concreto nel suo ambiente di vita. Il logo della missione spaziale richiama tutti
questi aspetti. È stato realizzato nell’ambito di un progetto didattico dagli
studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia IUSVE guidati da
Marco Sanavio. Il logo richiama innanzitutto le iniziali di Spei Satelles,
il Custode
della Speranza in lingua latina. Le due lettere “S”, disposte in maniera speculare,
indicano la complementarità di “terra” (la semicirconferenza inferiore) e
“cielo” (la semicirconferenza superiore), oltre a segnare l’orbita del
satellite attorno al nostro pianeta. Un'altra traccia orbitale più esterna,
tratteggiata, composta da 59 linee tante quante i grani del rosario, unisce tre
forme, a rappresentare le tre grandi realtà presenti in Piazza S. Pietro la
sera del 27 marzo 2020: • la croce
(nel logo con i lati ricurvi quasi a rappresentare una stella), elemento più
grande e importante dei tre, che indica la presenza di Cristo Salvatore, che
richiama sia la Croce di San Marcello che l’Ostensorio contente l’Eucarestia
con la quale Papa Francesco ha benedetto l’umanità nella piazza vuota; • la
stella a 12 punte, a rappresentare la presenza della Vergine Maria, invocata
come Salus Populi Romani; • il
triangolo più piccolo richiama la figura del Santo Padre mentre sale i gradini
del sagrato della Piazza. I tre puntini che compaiono a scavalco della
traccia orbitale più esterna sono segno della presenza della Trinità, come pure
il triplice annuncio della passione, morte e risurrezione nei vangeli
sinottici, messaggio che dona speranza all’umanità. Elementi tecnici e di senso, tecnologia e
narrazione sono stati tra loro coordinati e tenuti insieme grazie al lavoro
dell’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino guidato da don Luca Peyron.
Gli attori di questa impresa spaziale, che inizia
oggi, hanno così commentato: Il Presidente dell’ASI Giorgio Saccoccia sottolinea
che: “La Santa Sede ha chiesto all’Agenzia Spaziale Italiana di aiutarla ad
individuare e realizzare, grazie alla tecnologia spaziale, una soluzione che
consentisse alle parole di speranza del Santo Padre di oltrepassare i confini
terrestri e di raggiungere dallo spazio il maggior numero possibile di donne e
di uomini sul nostro pianeta affannato. Per chi, come noi, è abituato a vedere
nello spazio il luogo privilegiato dal quale osservare il mondo e comunicare
con esso senza confini, è stato semplice immaginare una soluzione rapida, umile
ed efficace per offrire ali al messaggio del Santo Padre. È nato così Spei
Satelles, concepito in maniera da essere realizzato e gestito dai giovani, i
primi destinatari del messaggio di fiducia che Papa Francesco volle offrire al
mondo il 27 marzo del 2020. Un connubio tra fede e tecnologia per nutrire la
speranza in un futuro migliore”. Il Magnifico Rettore prof. Guido Saracco del
Politecnico di Torino, istituzione che parimenti si è spesa molto per Spei
Satelles, così si esprime: “Il programma Spei Satelles, con la progettazione
e costruzione del satellite e con il controllo missione successivo, rappresenta
un'occasione straordinaria per il nostro ateneo, soprattutto per i nostri
studenti e ricercatori guidati dalla prof.sa Sabrina Corpino. I nostri giovani
hanno potuto misurarsi con una sfida tecnica e scientifica non facile in un
quadro valoriale che rappresenta una sfida umana e culturale decisiva. Il
messaggio che il Politecnico accoglie e rilancia con questo progetto è che
scienza e tecnica possono e debbono essere uniti in alleanza come portatori di
un messaggio di speranza e di pace per il mondo intero. Tutti abbiamo in mente
il 27 di marzo del 2020 e cosa stavamo vivendo. I nostri giovani hanno
costruito un artefatto tecnologico che, a partire da quel momento iconico,
parlerà al mondo e permetterà ad ogni persona di essere protagonista di
speranza e fratellanza universali insieme a Papa Francesco”. L’Arcivescovo metropolita di Torino, mons. Roberto
Repole, sottolinea che: “Abbiamo tutti bisogno di speranza, in modo
particolare i giovani. Custodire la speranza è la missione di questo satellite
progettato e costruito da giovani, raccontato nel logo missione da giovani,
abitato, speriamo, da molti giovani che vorranno salire a bordo con il Papa
attraverso il sito impegnandosi così a seminare speranza e fraternità là dove
abitano. Siamo lieti di aver contribuito con la pastorale universitaria e
l’apostolato digitale della nostra Diocesi a far sì che una intuizione di Papa
Francesco si potesse concretizzare a testimonianza tanto della comunione
ecclesiale quanto del desiderio dei credenti di entrare sempre più in dialogo
con il mondo soprattutto nell’ambito della scienza e della tecnica” La Presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza ha
dichiarato: “Oggi la scienza dell’infinitamente piccolo ci mette davanti a
un progresso enorme: la capacità di miniaturizzare il nostro sapere facendolo
viaggiare attraverso il tempo e lo spazio. La ricerca scientifica
accompagna il cammino dell’uomo individuando soluzioni per migliorare la
qualità della vita, il benessere delle società, la salute del pianeta. Ma è
anche uno strumento di dialogo grazie al quale abbattere barriere e costruire
speranza: un aspetto, questo, particolarmente importante nel momento di
conflitto che stiamo attraversando”. Il Direttore dello IUSVE, don Nicola Giacopini ha
affermato: “Siamo grati e quasi increduli di essere stati coinvolti
così da vicino in questa esperienza che unisce la terra al cielo. I nostri
giovani studenti e laureati in Comunicazione hanno potuto cimentarsi
nell’elaborazione del logo e nella narrazione della missione Spei Satelles.
Nella nostra didattica operiamo tutti i giorni mediante la comunicazione
simbolica, propria anche del linguaggio religioso, per rendere i messaggi che
desideriamo trasmettere accessibili e il più universali possibili”. |