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GLI EFFETTI DEL TABAGISMO SULL’APPARATO RESPIRATORIO

IN ITALIA SI FUMANO 75 MILIONI DI SIGARETTE CHE APPORTANO ALLE CASSE DELLO STATO 13 MILIARDI DI EURO CONUN ESBORSO PER LE CURE DI 16 MILIARDI.

 

Un interessante corso di formazione per giornalisti si è tenuto il 30 ottobre scorso presso il Centro Congressi FAST di P.le Morandi a Milano. L’argomento molto sentito fra i colleghi intervenuti numerosi: “Gli effetti del Tabagismo sull’apparato respiratorio”, perché spesso tenuti a scriverne sulle pagine della salute. Il Tabagismo non è un vizio ma una propria e vera malattia il cui esito finale è la morte precoce per molte cause , prima fra tutte il tumore al polmone. Ci sono persone che per poter vivere devono respirare 18 ore al giorno con l’ossigeno  e non è assolutamente un bel vivere!

La nicotina è un alcaloide che da dipendenza (fu scoperta da Jean Nicot) ed è la vera responsabile dell’assuefazione   e la richiesta continua di essa viene dal cervello  in quanta essa raggiunge il cervello in modo rapido e potente. La nicotina è uno stimolante del sistema mesolimbico dopaminergico, per questo il cervello continua richiederla, da piacere.

Quindi, quando si decide di sospendere l’immissione di nicotina, ovvero smettere di fumare, si ha un Loop di dipendenza , con malessere ad astinenza. Per questo è bene rivolgersi ai Centri Antifumo che offrono supporto psicologico per avere successo nell’uscita  del vizio, che è vera malattia, del tabagismo.

Franco Falcone, responsabile del Dipartimento per i rapporti istituzionali e le politiche Sanitarie in Pneumologia dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), ha sottolineato che il fumo in sé e per sè e malattia (classificata nell’ambito dei disturbi psichici e comportamentali e provoca  e peggiora la malattia. Il fumo da sigarette (sia quelle già confezionate che quelle che si confezionano a mano con cartina e tabacco) è una miscela di sostanze dannose, non esiste un fumo di tabacco innocuo essendo un insieme di radicali e ossidanti puro veleno per il corpo. Il polmone funziona bene solo se è intatto e così anche i bronchi. Il fumo provoca infiammazioni locali che a lungo andare diventano croniche: enfisemi e tumori sono in continuo aumento. E’ vero che c’è una predisposizione genetica alla malattia,  tant’è che molto fumatori accaniti non si ammalano ed altri si, ma indurla per fumare è disdicevole. La Philips Morris sta svolgendo nel Centro di Ricerca di Crespella, Bologna, studi  sui danni da  tabacco per trovare dei biomarker e produrre sigarette non dannose. Comunque la dizione “Il fiume uccide” non inficia la vendita delle sigarette, soltanto l’aumento del prezzo funziona ma non per molto tempo. Il boom delle sigarette si è avuto negli anni Cinquanta , e la diffusione è stata incentivata dal cinema e dalla pubblicità. Molti sono gli attori morti giovani, proprio grazie al “vizio” del fumo. Fumavano per “lavoro”, e fumavano parecchio.

Che il fumo sia una malattia è ormai accertato. Lo scrittore Italo Svevo nel suo libro “La coscienza di Zeno”, cap. III°, Il Fumo, racconta quanto fosse il suo desiderio del protagonista di smettere di fumare “d’interrompere questa abitudine reiterata”, tanto da ricorrere alla psicoanalisi.

Info: www.aiporicerche.it

 

Pia Bassi