Arriva il test ‘rapido’ per la diagnosi di diabete e pre-diabete. Fondamentale il ruolo della ricerca
italiana ·
L’International Diabetes Federation (IDF), in un documento di consenso appena pubblicato,
propone di introdurre nuovi criteri per la diagnosi di pre-diabete e di
diabete, basati sulla glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio
(‘mini-curva’): sopra 155 mg/dl si fa diagnosi di ‘pre-diabete’; sopra i 209
mg/dl di diabete ·
Determinante il contributo della ricerca italiana
all’introduzione di questi nuovi criteri, molto più sensibili dei precedenti,
in grado di intercettare più precocemente i soggetti a rischio diabete o già
diabetici e dunque di trattarli più tempestivamente Roma,
8 marzo 2024. L’hanno già battezzata la ‘mini-curva’ da carico di
glucosio e consente di fare una diagnosi precocissima di diabete e
pre-diabete, almeno un paio d’anni prima rispetto ai test attuali (curva da
carico di glucosio tradizionale a due ore, o OGTT). Per questo, l’IDF (International
Diabetes Federation), la federazione mondiale che include tutte le società
di diabetologia internazionali e le associazioni delle persone con diabete, ha
deciso di proporla come nuovo criterio diagnostico per il pre-diabete e il
diabete, basandosi sulla glicemia alla prima ora della curva da carico di
glucosio. Verso
una nuova definizione di diabete e di prediabete. Il nuovo Position Statement dell’IDF ha dunque
adottato, dopo un’attenta revisione di tutta la letteratura scientifica
esistente, il valore soglia di >
155 mg/dL alla prima ora della curva da carico di glucosio
per la diagnosi di ‘pre-diabete’ (iperglicemia intermedia’) nei soggetti
con normale glicemia a digiuno; questo valore è altamente predittivo di
progressione verso il diabete tipo 2, di complicanze micro e macro-vascolari,
di apnee da sonno, di steatosi epatica (fegato grasso) associato a disfunzione
metabolica e di mortalità nei soggetti con fattori di rischio. Viene inoltre
introdotto un nuovo criterio diagnostico di diabete tipo 2, cioè una
glicemia superiore a 209 mg/dl sempre alla prima ora della curva
da carico. “I nuovi criteri diagnostici alla prima ora della curva da carico – commenta il professor Giorgio
Sesti, ordinario di Medicina Interna alla Sapienza Università di Roma e
presidente della Società di Medicina Interna SIMI – consentono
di individuare precocemente i soggetti ad aumentato rischio di diabete o già
diabetici, che sfuggono a questa diagnosi con gli attuali criteri diagnostici
(glicemia a digiuno < 100 mg/dl, glicemia a due ore dall’OGTT < 140mg/dl,
HbA1c < 5,7%). Questo
significa che sarà possibile formulare la diagnosi di diabete e di prediabete
attraverso una ‘mini-curva’ da carico glucidico di appena un’ora (anziché le
due ore attuali). Ma soprattutto, consentirà di intercettare una serie di
soggetti che i criteri attuali non permettono di individuare né come
pre-diabetici, né come diabetici. La ‘mini-curva’ rappresenta un metodo più pratico
e sensibile per ‘catturare’ un maggior numero di soggetti a rischio di
sviluppare diabete franco e di riconoscere più precocemente i soggetti con
diabete già conclamato”. Cosa
cambia per i pazienti. Grazie all’adozione di questi nuovi criteri diagnostici
insomma le persone avranno la possibilità di arrivare ad una diagnosi più
precoce di pre-diabete o di diabete. “Diagnosticare più precocemente il rischio
di sviluppare il diabete o il diabete stesso – spiega il professor Sesti –
consente di mettere in atto più tempestivamente una serie di misure preventive
riguardanti lo stile di vita o farmacologiche, che aiutano a prevenire la
progressione verso il diabete franco e a contenere i danni del diabete. Spesso
infatti le complicanze vascolari sono già presenti al momento della diagnosi di
diabete”. Prevenire
il diabete.
È possibile prevenire la progressione dal pre-diabete al diabete mettendo in
atto un drastico cambiamento dello stile di vita (dieta equilibrata e perdita
di peso se necessaria, attività fisica, lotta alla sedentarietà, curare
l’igiene del sonno, stop al fumo di sigaretta) e in alcuni casi ricorrendo alla
terapia farmacologica. “La ‘mini-curva’ – sottolinea il professor Sesti –
consente di individuare soggetti con pre-diabete che sarebbero sfuggiti, con i
criteri diagnostici attualmente in uso, alla diagnosi e dunque alla messa in
atto di una prevenzione efficace. Inoltre, studi longitudinali hanno dimostrato
che l’innalzamento della glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio
avviene più precocemente nel corso naturale della malattia diabetica ovvero
quasi due anni prima dell’innalzamento della glicemia alla seconda ora”. Come
si è arrivati ai nuovi criteri diagnostici di pre-diabete e diabete. L’IDF è arrivato al
documento di consenso sui nuovi criteri diagnostici, dopo aver esaminato i
risultati di numerosi studi internazionali sul significato della glicemia alla
prima ora della curva da carico, ai quali ha dato un notevole contributo la
ricerca italiana. In particolare, il gruppo della Medicina Interna
dell’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro
e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Sant’Andrea-Sapienza Università di
Roma ha pubblicato oltre 40 articoli sull’argomento.
Grande clamore a livello mediatico e della comunità scientifica internazionale
aveva suscitato nel 2015 la pubblicazione di uno studio su Journal of Clinical
Endocrinology and Metabolism (JCEM, organo ufficiale della Endocrine
Society americana), firmato dal professor Giorgio Sesti e dalla
professoressa Teresa Vanessa Fiorentino, Associato di Medicina
Interna all’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro, che dimostrava come la
glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio fosse in grado di
predire con buona accuratezza il rischio di sviluppare un diabete conclamato
entro i successivi 5 anni, anche nelle persone normoglicemiche, cioè con una
glicemia a digiuno normale. “La glicemia alla prima ora della curva da carico –
ricorda il professor Sesti - è già da tempo usata per la diagnosi di diabete
gestazionale, quindi rappresenta un elemento fisiopatologico importante, finora
trascurato. L’iperglicemia precoce infatti è già un marcatore di diabete o di
aumentato rischio di malattia. Quindi – conclude il presidente della SIMI - se
è vero che i nuovi criteri diagnostici dell’IDF rappresentano una ‘novità’
nella diagnosi di diabete, l’importanza della glicemia alla prima ora dell’OGTT
è già consolidata da tempo, dal punto di vista fisiopatologico”. Dott. Sesti Come
si diagnosticano oggi prediabete (iperglicemia intermedia) e diabete Normale
Pre-diabete Diabete Glicemia a
digiuno < 99 mg/dl 100-125
mg/dl ≥ 126 mg/dl HbA1c
(emoglobina glicata) < 5,6% 5,7-6,4% > 6,5% * OGTT
(seconda ora) < 139 mg/dl 140-199 mg/dl > 200 mg/dl *(o < 7%
secondo altre linee guida) Cosa
cambia con i nuovi parametri IDF (che hanno recepito i risultati della ricerca
italiana) Normale Pre-diabete Diabete OGTT
(prima ora) < 154 mg/dl 155-208 mg/dl > 209 mg/dl Come
si fa la curva da carico di glucosio (OGGT, Oral Glucose Tolerance Test). Dopo un
primo prelievo a digiuno (glicemia basale) si somministra una bevanda con 75 gr
di glucosio; si ripete quindi il prelievo di sangue dopo un’ora e alla seconda
ora. International
Diabetes Federation (IDF): è un’organizzazione ‘ombrello’ di oltre 240 associazioni
nazionali di diabetologia di oltre 161 nazioni e territori. Fondata nel 1950,
la sua missione è migliorare la vita delle persone con diabete e di prevenire
il diabete nei soggetti a rischio. Il suo quartier generale è a Bruxelles. Tra
le sue varie attività, l’IDF ogni anno pubblica un Atlante del Diabete che
presenta i nuovi dati epidemiologici (incidenza e prevalenza) e i dati
sull’impatto del diabete. Attualmente
nel mondo, 1 adulto (20-79 anni) su 10 convive con il diabete (540 milioni di
persone); secondo le proiezioni dell’IDF entro il 2045 la prevalenza salirà a 1
adulto su 8. Il 90% delle persone con diabete ha il diabete di tipo 2 che è
causato da una complessa interazione di fattori socio-economici, demografici,
ambientali e genetici. Tra i fattori che maggiormente contribuiscono alla
comparsa del diabete di tipo 2: l’urbanizzazione, l’invecchiamento, un ridotto
livello di attività fisica, l’aumentata prevalenza di sovrappeso/obesità. Ufficio stampa SIMI Maria Rita Montebelli 335 318642 Andrea Sermonti 334 1181140 |