Tumore
lobulare al seno: aperta la via a
un nuovo approccio terapeutico I ricercatori dell’Istituto Jules Bordet
insieme a quelli del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge,
dell’Università Statale di Milano, dell’Istituto Europeo di Oncologia e
dell’Istituto Nazionale dei Tumori hanno pubblicato oggi sul Journal of
Clinical Oncology i promettenti risultati di uno studio condotto per 4 anni sul
cancro al seno con istologia lobulare, che rappresenta dal 10 al 15% di tutti i
tumori al seno. Dallo studio emerge che il cancro
lobulare potrebbe beneficiare di un approccio terapeutico diverso dagli altri
tipi di tumori al seno, che oggi sono trattati allo stesso modo. http://jco.ascopubs.org/content/early/2016/02/24/JCO.2015.64.0334.abstract Bruxelles
e Milano, 1° marzo 2016 Il
tumore al seno lobulare, un cancro ancora poco studiato Tra
i diversi tipi istologici di tumore al seno il lobulare è il secondo sottotipo
istologico più comune dopo il tumore duttale e rappresenta dal 10 al 15% dei
tumori al seno. I carcinomi lobulari hanno un comportamento clinico
particolare: tendono a recidivare più tardivamente dei tumori duttali e in
altri organi. Ad oggi la maggior parte della ricerca si è concentrata sui
tumori duttali, pertanto i tumori lobulari vengono trattati nello stesso modo
degli altri tipi di tumori al seno. Lo
studio fornisce una migliore caratterizzazione molecolare del cancro al seno
lobulare I
ricercatori dell’Istituto Jules Bordet di Bruxelles hanno condotto una ricerca
sul più grande numero di tumori lobulari mai studiato fino ad oggi, per un
totale di 600 pazienti provenienti dall’Istituto Jules Bordet, University
College London e da due centri di Milano e Marsiglia. Questo studio,
condotto in collaborazione con il Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge,
l’Istituto Europeo di Oncologia, l’Istituto Nazionale dei Tumori e l'Università
Statale di Milano, ha identificato diverse mutazioni di specifici geni nei
tumori lobulari tramite l'utilizzo di nuove tecnologie di sequenziamento del
DNA. L'identificazione
di queste specifiche anomalie genomiche nel cancro lobulare potrebbe migliorare
la gestione terapeutica delle pazienti. Quali
sono le potenziali implicazioni cliniche di questo studio? Attualmente
la scelta del trattamento per il cancro al seno è basata sulle caratteristiche
del tumore, inclusi i recettori degli estrogeni e HER2, un recettore per il
fattore di crescita epidermico. In particolare, i pazienti i cui tumori
esprimono il recettore degli estrogeni sono in genere trattati con terapia
ormonale, mentre nei tumori con sovra-espressione di HER2 le pazienti ricevono
un trattamento mirato a tale proteina (Herceptin). Lo
studio dimostra che alterazioni nel gene per il recettore degli estrogeni o nei
geni coinvolti nella sua regolazione si presentano in misura maggiore rispetto
ai tumori duttali:
la presenza di queste mutazioni potrebbe essere associata alla risposta o
resistenza a differenti terapie ormonali, influenzando quindi la scelta della
terapia. Sarà necessario approfondire questo risultato con studi clinici
mirati. Inoltre,
la ricerca ha individuato una serie di mutazioni ricorrenti nei geni HER2 e
HER3 nei tumori lobulari. I ricercatori hanno osservato che la presenza
di mutazioni nei geni HER2 è associata a un rischio maggiore di ricaduta a
breve termine. Le pazienti i cui tumori hanno mutazioni nei geni HER2 e
HER3 potrebbero beneficiare di trattamenti specifici già esistenti. I risultati
di questo studio mostrano che una migliore caratterizzazione molecolare dei
tumori lobulari al seno porterebbe a rilevanti implicazioni riguardo alla
personalizzazione della gestione terapeutica delle pazienti. |