Vento di Ventotene
di Avv. Paola Cerullo per FronteVerso Network
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& dintorni https://www.oralegalenews.it/
A Ventotene, isola del gruppo Pontine, più esattamente
nell'attiguo isolotto di Santo Stefano, fu confinato Artiero Spinelli (Roma
1907-1986, fondatore nel 1943 del Movimento Federalista Europeo), che ivi nel
1941 scrisse il c.d. “Manifesto di
Ventotene” per la promozione dell’unità europea. Il
documento “Per un’Europa libera e
unita”, prefigurava appunto il superamento dei
nazionalismi e la costruzione di un’Europa unita e federale tra Stati legati da
affinità culturali e storiche, ispirata a valori di libertà e solidarietà.
Analoghi principi si ritrovano nella Convenzione Europea per la
Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali (CEDU) firmata
a Roma il 4.11.1950, secondo cui il fine del Consiglio d'Europa è quello di
realizzare un'unione più stretta tra i suoi Membri, e lo strumento è appunto la
salvaguardia e lo sviluppo dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo;
e nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea proclamata
ufficialmente a Nizza nel dicembre 2000, in tema di Dignità, Libertà,
Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia.
L'Unione Europea è intesa perciò, fin dall'inizio, non tanto e soltanto come
strumento finanziario ed economico, ma come processo finalizzato
all'unificazione istituzionale e politica ed alla promozione sociale dei
popoli, ispirato ai principi di pace e integrazione ed a valori di libertà e
giustizia. Valori di cui in primis i Paesi del Mediterraneo sono portatori,
grazie alla loro millenaria storia, che con la fusione delle civiltà
greco-romana e cristiana li ha resi fonte e fucina della stessa civiltà europea.
Nel tempo, tuttavia, lo spirito originario si è affievolito, gli interessi
economici hanno prevalso e mai come oggi l’Unione Europea appare in crisi: la
pandemia da Covid-19 ha svelato tutte le criticità del sistema, e i pregiudizi
e gli egoismi nazionali, soprattutto invero dei Paesi del Nord.
Bisogna riconoscere che le molte disfunzioni, l’eccessiva burocrazia,
l’ipernormazione e le ingarbugliate procedure (di cui siamo testimoni anche
proprio in questi giorni difficili), finanche il malaffare, che ancora dilagano
nel nostro Paese, giustificano la diffidenza da parte di altri Paesi, Germania
e Olanda in particolare, e privano l’Italia del ruolo che le spetterebbe
grazie all'inarrivabile patrimonio artistico e culturale, alla generosa
apertura e creatività umana, e all’attaccamento ai valori di democrazia,
libertà e giustizia che la caratterizzano.
Oggi il disagio e la disaffezione nei confronti dell’Unione Europa è forte, si
percepiscono discriminazioni che spingono a ritrarsi nel proprio “particulare”, ossia nell’interesse
individuale che, inevitabilmente, porta all’abbandono di ogni ideale e al
superamento di ogni vincolo morale. Proprio per questo il momento è cruciale e
decisivo: possiamo andare verso la disgregazione, o trovare una rinnovata rinascita,
per riprenderci il progetto di una vera, grande Europa unita, e con essa un
patrimonio di idee, culture, sogni che non possiamo dimenticare, perché fanno
parte della nostra stessa storia e rappresentano il nostro migliore futuro.
Speriamo di farcela, di saper fondere il meglio gli uni degli altri, di
conferire valori, idee, e perché no, anche il calore umano che accomuna noi
popoli del Mediterraneo, e acquisire la capacità di semplificazione, il rigore
e l’efficienza dei Paesi del Nord; certamente anche l’economia e i cittadini ne
beneficeranno. Perché l’Unione fa la forza, e ogni Paese può dare qualcosa
di prezioso per gli altri.
«La via da percorrere
non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà!»: viatico ci
sia la frase che chiude la metafora di Ventotene, mai come ora di grande
attualità.
Avv. Paola Cerullo
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