Riva del Garda | Museo - MAG Museo Alto Garda Piazza
Cesare Battisti 3/A Fino al 12 giugno 2022 A UN ANNO DI DISTANZA DALLA
SCOMPARSA DEL PITTORE ROMANO LUCIANO
VENTRONE, IL“CARAVAGGIO DEL VENTESIMO
SECOLO” SECONDO FEDERICO ZERI, IL MAG MUSEO ALTO GARDA RICORDA IL SUO PERCORSO
ARTISTICO IN UNA MOSTRA MONOGRAFICA, A RIVA
DEL GARDA, E CELEBRA LA SUA PITTURA
“METAFISICA” PIÙ VERA DEL VERO. A un anno di distanza dalla scomparsa avvenuta il 13 aprile 2021, è stato il Museo di Riva del Garda-MAG Museo Alto Garda a voler ricordare Luciano Ventrone - l’artista romano divenuto famoso soprattutto per le sue iperrealistiche nature morte - con un’attenta mostra monografica realizzata in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni-Roma e la Fondazione Luciano Ventrone-Miranda Gibilisco, in corso fino al 12 giugno 2022 negli ambienti della suggestiva Rocca che connota il borgo trentino.
Nel titolo
dell'esposizione, nata da un’idea di Vittorio
Sgarbi e Lorenzo Zichichi e curata da Marco di Capua - “Luciano
Ventrone. Kennst du das Land, wo die Citronen blühn?” “Conosci tu il paese dove
fioriscono i limoni? - c'è il richiamo, nei versi della
cosiddetta Canzone
dell’Italia di Johann
Wolfgang von Goethe, a uno
dei soggetti maggiormente rappresentati e amati dal pittore e nel contempo così fortemente identificativo dei territori del
Garda. Oltre 30 opere sono esposte in quest’occasione a ridisegnare il percorso compiuto da Ventrone a partire dagli anni Sessanta, ancora studente alla Facoltà di Architettura che lascerà poi per dedicarsi interamente alla pittura, fino agli ultimi lavori datati 2016 e 2018. Dagli esordi come artista figurativo classico dunque, alle sperimentazioni geometriche, passando per l’informale e l’arte programmata, fino a quando Ventrone trova la sua cifra e matura la sua ricerca estetica anche grazie all’interessamento di Federico Zeri che lo induce ad affrontare il tema delle nature morte. (leggi più sotto o clicca qui per il comunicato integrale) / (scarica l'introduzione di Vittorio Sgarbi e le immagini della mostra )
La mostra dedicata a Luciano Ventrone sarà per molti anche l’occasione per perdersi nel borgo di Riva del Garda - caratteristico con la sua fortezza medievale ora sede del MAG, la Chiesa di Santa Maria Inviolata, l’antico centro storico e la Torre Apponale - ma anche per godere della bellezza e dei profumi del limoni del Garda, con le antiche limonaie che si possono ammirare costeggiando la sponda occidentale del lago.
Furono i frati del convento di San Francesco di Gargnano, nel XIII secolo, a portare fin qui i limoni, dalla Riviera Ligure. Fiorirono così le limonaie, con la loro struttura a più ripiani collegati, chiusa da una
massiccia muraglia; e grazie al clima mediterraneo, il lago di Garda rappresentò
per diversi secoli la zona più settentrionale al mondo ove si
coltivavano gli agrumi a scopo commerciale. La costruzione della Gardesana Occidentale nel 1929, mettendo in comunicazione Limone sul Garda, Gragnano e Riva del Garda, riuscì a ridare fiato
alla produzione di queste eccellenze dopo la crisi vissuta nel XIX secolo. Il bellissimo panorama che offre il territorio che va da Riva del Garda a Gargnano,
con le sue limonaie, oleandri e cipressi, ha del resto affascinato scrittori e artisti di tutte le epoche: da J. Wolfang Goethe a Gustav
Klimt a David Herbert Lawrence. Oggi soprattutto le antiche limonaie sono
una vera attrazione per quanti visitano il lago. Splendidi giardini-serra che
arricchiscono questo già magnifico paesaggio. IL MUSEO DI RIVA DEL GARDA UNA ROCCA MEDIEVALE SUL GARDA TRA ARTE, STORIA E ARCHITETTURA
Affacciato sullo spettacolare lago di Garda, il Museo di Riva, che espone fino al 12
giugno 2022 oltre trenta opere del celebre pittore romano, presenta un itinerario espositivo strutturato in
differenti sezioni: dalla storia contemporanea all’archeologia, dalla fotografia all’arte. In un percorso
espositivo che affianca le sezioni permanenti, si dispiegano durante l’anno
mostre temporanee che propongono sia approfondimenti sulle collezioni che
sguardi sulla visione del paesaggio e sulla cultura contemporanea. INvento è invece uno spazio dedicato ai bambini e alle famiglie, concepito
con l’ottica dell’imparare divertendosi. Consiste in un percorso-laboratorio
permanente, attrezzato con isole didattiche e un angolo lettura ricco di albi
illustrati, in cui prendersi una pausa dalla visita immergendosi nei racconti a
tema arte, archeologia e storia. Irrinunciabile, per chi
visita il Museo, la salita al Mastio, ovvero la torre principale della Rocca da
cui si apre una suggestiva immagine della città e del lago di Garda. Nato come Museo Civico
alla fine del XIX secolo, uno dei primi dell’intero territorio
trentino, il Museo di Riva del Garda costituisce la sede principale del MAG Museo Alto Garda. Oltre a questo polo
culturale, il MAG gestisce anche la Torre Apponale nel centro storico di Riva
del Garda e Forte Garda sul monte Brione, agendo come museo territoriale in
un’ottica di conservazione, ricerca e valorizzazione del patrimonio storico,
archeologico, culturale e artistico altogardesano. Il Museo di Riva del
Garda presenta un itinerario espositivo articolato, strutturato in differenti
sezioni, dalla storia contemporanea all’archeologia, dalla fotografia all’arte, ospitate nell’edificio medievale della Rocca affacciata sul lago. Nella Pinacoteca del
Museo di Riva del Garda si possono ammirare i paesaggi ritratti da quei pittori
che nell’Ottocento rimasero affascinati dagli scorci del Garda e le opere di
artisti come Pietro Ricchi, Vincenzo Vela e Francesco
Hayez. Nella sezione dedicata all’Archeologia, si trovano le celebri statue stele,
preziosi reperti di rilevanza internazionale risalenti all’età del Rame. Percorrendo le sale
dedicate alla Storia, emerge il passato di Riva e del Basso Sarca,
caratterizzato da varie dominazioni fra cui quelle scaligera, viscontea e
veneziana, fino al periodo d’oro in cui Riva divenne meta turistica di ospiti
illustri come Thomas Mann e Franz Kafka. La Rocca di Riva del Garda La costruzione della Rocca di Riva del Garda fu autorizzata nel 1124 dal vescovo Altemanno; negli antichi documenti viene citata come castrum novum, per differenziarla dal castrum vetus che sorgeva in un’altra parte di Riva. Fu considerata di primaria importanza per la difesa della città e continuamente ristrutturata e modificata nel corso delle varie vicende storiche. Fu residenza del Vescovo e del Capitano, prima, caserma poi, durante la dominazione austriaca. Ignota ne è la forma originale a causa dei numerosi rifacimenti apportati dagli Austriaci che la adattarono a caserma. Al tempo degli Scaligeri doveva essere un perfetto modello di castello-fortezza medievale, tutto circondato dall’acqua, come quello di Sirmione. I lavori di restauro hanno portato alla luce, nel suo interno, pregevoli frammenti di affreschi risalenti al periodo clesiano (1514-1539). |