“L’EDITORIA ILLUSTRATA A VERONA NEL XVIII SECOLO" Nella sala affacciata su Piazza
delle Erbe la presentazione del volume di
ELENA BAO Invenit,
delineavit et sculpsit. L’editoria
illustrata a Verona nel XVIII secolo. E’ sempre un momento di grande interesse
un’opportunità da non perdere quando
le ricerche accademiche escono dall’ambito precipuo degli studiosi e delle
Università per esser anche divulgate al pubblico, offrendo spunti e nuove
conoscenze non solo agli specialisti. E’ il caso
del prossimo incontro al Teatrino di Palazzo Maffei a Verona che, se
pure attrarrà gli storici dell’arte e gli esperti per la qualità e l’importanza
delle indagini, saprà nel contempo illuminare aspetti importanti della cultura
veronese del Settecento, di grande interesse. Se è vero,
come dichiarava Giovanni Battista Carlo Giuliari, che il Settecento
rappresenta «il secolo d’oro della letteratura veronese», ciò è merito non
solo di un’evidente – e quantificabile – urgenza letteraria, sospinta in
larga parte da Scipione Maffei, ma anche di una vera e propria rinascita
tipografica accompagnata dal profilarsi di nuove botteghe e dal naturale
avvicendamento dei loro proprietari. E’ questo clima
di fervore che viene finalmente messo in luce dal volume di studi di Elena
Bao Invenit, delineavit et sculpsit. L’editoria illustrata a Verona nel
XVIII secolo (Zel Edizioni), che sarà presentato giovedì 23 gennaio
alle ore 17.00 nel Teatrino di Palazzo Maffei a Verona (ingresso libero fino ad
esaurimento posti) in un incontro d’arte al quale parteciperanno oltre
all’autrice anche gli studiosi Mario Allegri, Enrico Maria Dal
Pozzolo, Giovanni Maria Fara e Federica Formiga. Frutto delle indagini svolte dalla Bao durante
il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Culture e Civiltà
dell’Università degli Studi di Verona sotto la supervisione del professore Enrico
Maria Dal Pozzolo, l’opera ricostruisce il panorama editoriale veronese
nel Settecento, focalizzando però l’attenzione sui volumi corredati di
immagini calcografiche, interessanti punti di innesto di professionalità anche
molto diverse tra loro, nonché autentiche ‘fotografie’ dell’identità
culturale e artistica della città e del territorio nel periodo in
esame. Molti dei testi congedati in riva
all’Adige sono infatti corredati da antiporte,
frontespizi, iniziali, testate, finalini, tavole fuori testo, talvolta
firmate da artisti di prim’ordine, talvolta affidate a personalità poco note,
ma non per questo meno interessanti. Un intricato fenomeno, in un’area – quella veronese – generalmente poco considerata perché
ingiustamente “schiacciata” dalla fama e tradizione veneziana, e in un
periodo – il XVIII secolo – segnato dall’utilizzo pressoché esclusivo di
matrici in incavo a opera di incisori o peintre-graveur. La ricerca poggia
sul vaglio di circa 3000 testi di cui quasi 600 illustati, fungendo per
questi da discorsivo catalogo finale, articolato diacronicamente per
macro-sezioni tematiche. Vengono di
volta in volta messi in luce i protagonisti della stampa – tipografi,
autori, editori, dedicatari … – con l’obiettivo di ripercorrere, ed esplicitare
in molti casi, le dinamiche di finanziamento, e un posto d’onore spetta a
Scipione Maffei, instancabile studioso che tenne le fila delle principali
iniziative scaligere di metà secolo, non solo librarie. Prioritaria
appare l’analisi del rapporto tra i pittori e gli intagliatori incaricati
all’illustrazione dei testi e, oltre al prezioso confronto con i rari
disegni preparatori (alcuni dei quali inediti), non mancano richiami
all’arte maggiore, collegamenti con analoghe testimonianze calcografiche,
nonché letture iconografiche. |