Il sito di informazione, cronaca e cultura di San Colombano, Bassa lodigiana e Pavese

Le grandi scienziate visionarie

 

"Scienziate visionarie" è un ottimo saggio che sintetizza il valore di dieci importanti scienziate a livello internazionale (www.edizionidedalo.it, Bari, 2024, 155 pagine, euro 17).


Molte persone non sanno che il contributo delle donne alla scienza è stato fino a pochi anni fa "per lo più cancellato, minimizzato o attribuito a colleghi uomini" e i loro nomi sono stati "esclusi dalla storia" (Sara Sesti, docente di matematica e ricercatrice in Storia della Scienza, prefazione). Chiaramente c'è stata una forma di censura più o meno mascherata, e più o meno cosciente.

Questo libro racconta la storia di dieci grandi scienziate che hanno pensato alla salute del pianeta e alla salute pubblica, e si può considerare anche come "l'espansione di un progetto pioneristico, che ha avuto origine nel 1997 nell'ambito del Centro Pristem dell'Università Bocconi".

Così ci sono le "donne che si sono impegnate in tematiche ambientali, attraversando nel loro percorso conflitti e discriminazioni. L'ambiente e la salute, si sa, sono terreno di scontro tra interessi e valori differenti, anche all'interno del mondo della ricerca" (p. 12). In molti casi le cosiddette verità scientifiche, appaiono sempre più spesso pilotate da ricerche di parte, finanziate da alcune grandi multinazionali.

La biologa Lynn Margulis ha sottolineato l'estrema importanza "della simbiosi nel processo evolutivo" e ha ridimensionato "il ruolo della competizione rispetto alla cooperazione " (p. 14). Quindi "la vita non ha preso il sopravvento nel mondo [principalmente] lottando ma costruendo relazioni" (p. 109).

La scienziata forestale Suzanne Simard ha fatto esperimenti sullo "scambio di gas tra gli alberi" svelando "i meccanismi di comunicazione e di collaborazione all'interno del mondo vegetale" (p. 14). Inoltre Simard ha affermato: "Ho chiuso il cerchio e mi sono imbattuta in alcune delle idee degli indigeni: La diversità conta" (p. 121). La diversità è tutto: nasciamo tutti diversi dai genitori.

La biologa Rachel Carson affermò che la vita non si può percorrere alla massima velocità come in autostrada, se si vogliono evitare i disastri, anche se può essere vantaggiosa come una bella autostrada. Per lei "lo scopo della scienza è scoprire e illuminare la verità" (p. 83). Ricordo che Rachel Carson è morta nel 1964.

La scienziata africana Wangari Muta Maathai si è dedicata a piantare sempre più alberi, per cercare di limitare i danni del modello di sfruttamento occidentale; "Piantando alberi, le mie colleghe ed io, abbiamo piantato idee" (p. 133); nel 2004 vince il premio Nobel per la Pace, "la prima volta di una donna africana e la prima volta per una causa ambientale". La donna è morta nel 2011, dopo essere stata tra le cofondatrici dell'associazione Nobel Women's Initiative (nata nel 2006): www.nobelwomensinitiative.org. Ora l'associazione italiana A Sud assegna il premio "Wangari Maathai. Donne Pace Ambiente" a donne e a movimenti che difendono l'ambiente (http://asud.net).

Infine è giusto ricordare la bella storia "di Sara Josephine Baker, la cui attenzione alla prevenzione salverà più di 90.000 giovani esseri umani" (p. 13), soprattutto dei quartieri più poveri. Dopotutto è sempre meglio ricordare una donna molto attiva a livello di prevenzione, nella società scientifica di oggi, in cui le multinazionali pensano soprattutto a guadagnare sempre più denaro con chi si ammala di più.

Cristina Mangia è ricercatrice al CNR, studia il clima ed è stata presidente dell'Associazione Donne e Scienza: www.donnescienza.it.

Sabrina Presto è ricercatrice al CNR, studia le Tecnologie per l'Energia e fa parte dell'Associazione Donne e Scienza.